PG 3 X NASA
Dentro il design
Dai videogiochi fino alla pesca, gli interessi di Paul George quando non è in campo sono noti a tutti. Spesso, PG riassume la sua visione del futuro in un'unica frase: "Non ditemi che il cielo è il limite, quando ci sono impronte sulla luna," dice. Questa frase avvolge il tallone della sua nuova scarpa, Nike PG 3.
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Il tema intergalattico che ispira PG 3 si riallaccia a una collaborazione ufficiale con la National Aeronautics and Space Administration per la realizzazione di scarpe e tute, utilizzando patch, colori NASA e altri dettagli che uniscono basket e voli nello spazio. "A Palmdale, in California, dove sono cresciuto, c'è una grande base NASA che quasi nessuno conosce," dice Paul George parlando di questa collaborazione; sulla scarpa è visibile il codice postale della sua città, 93552. "Questa scarpa è perfetta per un bambino che vuole volare, come atleta professionista o come astronauta."
I designer Nike Basketball hanno incontrato i designer NASA dopo aver trascorso mesi a migliorare trazione, comfort, stabilità e leggerezza della scarpa. Paul George, inoltre, ha seguito il lavoro di un astronauta NASA al Kennedy Space Center di Orlando, per comprenderne meglio training e routine giornaliere. "NASA ci è stata di esempio, perché utilizza la minima quantità possibile di risorse per creare qualcosa che sopravviverà in condizioni estreme," dice Tony Hardman, Footwear Designer di Nike Basketball. "Abbiamo fatto la stessa cosa con PG 3, rendendola leggera e garantendo supporto multidirezionale."
La leggerezza di PG 3 è dovuta all'uso di schiuma morbida e leggera e di un collare ripstop, oltre all'unità Nike Zoom Air già presente su PG 2. La trazione circolare di cui è dotata la suola si ispira al pattern dei crateri lunari ed è stato realizzato con algoritmi basati su diverse analisi del movimento di PG. La scarpa sfoggia anche una patch di Apollo 14 sul tallone, un'etichetta rossa con la scritta "Remove Before Flight" (rimuovere prima del volo), oltre al logo di PG e alla bandiera degli Stati Uniti sulle linguette.
"Ho sempre voluto giocare nell'NBA," dice Paul George. "Quello era il cielo, per me. Ora, essere un All-Star, uno che lavora duro per diventare un campione, sono le mie impronte sulla luna."
