Pronta per l'asfalto: protesi da corsa Nike Sole 2.0 x Össur

Innovazione

Ispirati dalle modifiche fai-da-te che gli Adaptive Athlete apportano alla propria attrezzatura, i designer Nike stanno sviluppando delle innovazioni rivoluzionarie per le protesi da corsa. Qui ti presentiamo l'ultima novità.

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"Tutto nasce da un'idea" è una serie dedicata alle innovazioni rivoluzionarie nell'ambito dello sport, del benessere e delle prestazioni.

Immagina un'atleta di fama mondiale che lavora alla propria attrezzatura con forbici e colla nel suo garage.

Potrà sembrare strano, ma è ciò che faceva l'Adaptive Triathlete Sarah Reinertsen, che era solita rimuovere le suole dalle scarpe per applicarle alla propria protesi da corsa e riuscire, in questo modo, ad avere un po' di trazione nella corsa.

"Possiamo fare di meglio". Questa è stata la prima reazione di Tobie Hatfield, innovatore Nike di vecchia data ed ex coach di atletica, alla vista del lavoro artigianale di Sarah. È nata così Nike Sole 1.0, un sistema di trazione rapidamente intercambiabile per le protesi da corsa del brand Össur; una rivoluzione per gli Adaptive Athlete di tutto il mondo, che finalmente potevano cambiare la suola della propria protesi in pochi secondi.

Per quanto la versione 1.0 potesse essere rivoluzionaria, secondo Tobie, come riportato nel video qui sopra, "non riusciremo mai a realizzare un prodotto perfetto". Quando si tratta di innovazione, non esiste una linea d'arrivo. Nove anni più tardi, una nuova crew di atleti e menti innovatrici si è fatta carico del progetto, migliorandone il risultato.

Guarda il video per maggiori informazioni sulla storia di Nike Sole 2.0. Poi, leggi qui sotto per scoprire il contributo di George Xanthos, Lead Designer del progetto.

Ti presentiamo George, Lead Designer di Nike Sole 2.0 (1) Foto di Nike Sole 1.0 del 2012. (2) Primi prototipi del nuovo e migliorato sistema di agganciamento della versione 2.0 in azione.

Fase 1: problemi di fissaggio
Morale: inizia con empatia e ambizione

Avendo lavorato su soluzioni funzionali come Nike FlyEase (una linea semplice da indossare e togliere) e Nike Pulse (scarpe ad alta resistenza per gli operatori sanitari), George sa bene cosa sia il processo di design empatico, in cui ci si mette nei panni di qualcun altro per comprenderne le necessità.

Per Nike 2.0 si è trattato di entrare nella mentalità di chi usa le protesi da corsa. Ricordi la soluzione artigianale di Sarah di cui abbiamo parlato poco fa? Immagina che, dopo pochi mesi, la suola si usuri completamente e si fonda al resto della protesi. Ecco perché il sistema di Nike Sole, che permette di cambiare la suola, è così importante ed ecco anche il motivo per cui il team era così determinato a fare in modo che, con la versione 2.0, applicare e rimuovere le suole fosse ancora più semplice.

Non soddisfatti, hanno anche deciso di offrire una maggiore scelta. D'altro canto, chi vuole un solo paio di scarpe? Un esempio: gli atleti che devono passare dalle suole per l'asfalto a quelle chiodate da sterrato. Come fa notare George, "le protesi da corsa sono costose e la maggiore parte degli Adaptive Athlete non può permettersi di avere una protesi riservata alle competizioni". Ecco perché era importante che si potesse cambiare suola su un'unica protesi polifunzionale.

Tutte le vicissitudini e i colpi di scena legati alla progettazione del nuovo meccanismo di fissaggio sono descritti nel video in alto. Ma il raggiungimento di questo obiettivo non era che l'inizio dell'avventura per George.

(1) L'atleta paralimpico di salto in lungo Markus Rehm e George collaborano presso la sede centrale di Össur in Islanda. (2) Filmato in slow motion di Markus che testa i prototipi. (3) Markus aveva personalizzato la sua protesi per il salto in lungo affinché la chiodatura fosse il più possibile nella parte frontale.

Fase 2: l'innovatore incontra gli atleti
Morale: preparati a sbagliare

Giunto a Reykjavík con un volo notturno, George si è diretto immediatamente alla sede centrale di Össur, produttore di protesi e partner di lunga data dell'iniziativa Nike Sole, per mettere alla prova mesi di lavoro di progettazione.

A quel punto, si è buttato a capofitto in una lunghissima sessione di lavoro con l'atleta paralimpico di salto in lungo Markus Rehm. In pochi minuti, il progetto iniziale è stato scartato. Guardando dei filmati in slow motion delle fasi di corsa e salto di Markus, si è notato che il prototipo iniziale di George non faceva contatto con il terreno in modo corretto.

Nel tentativo di ridurre il peso, George ha accorciato la lunghezza di Sole. Un po' troppo, a quanto pare. Il designer ricorda: "Fin da subito, ho notato che Markus, in fase di atterraggio, appoggiava la protesi dietro la zona di trazione". Senza scomporsi, è tornato al lavoro. "Abbiamo iniziato a fare piccoli cambiamenti ai prototipi e abbiamo ripetuto i test".

Il weekend si è rivelato altamente produttivo. I due hanno apportato diversi miglioramenti ai prototipi: hanno rimosso i tacchetti in plastica, che rischiavano di far scivolare gli atleti di salto in lungo, e hanno spostato i chiodi sulla punta per una trazione mirata.

(1) George scopre che pochi atleti professionisti gradiscono la presenza di un'intersuola (ammortizzazione tra la protesi e l'imbottitura chiodata). "La protesi stessa funge da molla". (2) A seconda dello sport, gli atleti usano diverse configurazioni della chiodatura. (3) Le varie opzioni per l'imbottitura chiodata preconizzavano la presenza degli intagli per incentivare la personalizzazione.

Fase 3: alla ricerca del target giusto
Morale: trasforma gli ostacoli in opportunità

Successivamente, sempre presso la sede centrale di Össur, George si è dedicato a molteplici sessioni di feedback con altri Adaptive Athlete di livello mondiale.

Poco dopo aver cominciato, il designer si è reso conto che quasi nessuno degli atleti che aveva interpellato avrebbe usato il sistema di suole intercambiabili esclusivo di Nike Sole.

A differenza della maggior parte degli Adaptive Runner, chi compete ai massimi livelli ha a disposizione diverse protesi e può quindi permettersi di dedicarne una alla competizione, solitamente incollando un piatto suola chiodato alla struttura.

Questa battuta d'arresto non significava però che il lavoro fatto finora fosse vano. George ricorda che gli atleti "si sono subito resi conto del valore che il sistema di suole intercambiabili potesse avere presso il grande pubblico degli Adaptive Athlete. Hanno anche riconosciuto i vantaggi che avrebbero potuto trarne loro stessi all'inizio della propria carriera sportiva, quando possedevano una sola protesi da corsa".

Una volta compreso che gli atleti professionisti non avrebbero potuto contribuire al progetto, George ha identificato un nuovo e stimolante gruppo di persone potenzialmente interessate a questa innovazione.

George, parlando dei runner e della relazione che hanno con le proprie protesi, afferma: "Mi piace paragonarli ai piloti delle auto da corsa. Perfezionano continuamente il motore, tolgono peso e apportano modifiche. Da designer, è incredibile da vedere".

Ha quindi colto l'occasione per ottimizzare ancora di più un'opzione per il piatto suola chiodato che incoraggiasse la personalizzazione e permettesse ai diversi tipi di atleti di prepararsi nel modo più congeniale alla propria disciplina.

La geometria della natura islandese ha ispirato il design dell'imbottitura chiodata di Sole 2.0, dove le striature abbracciano od offrono supporto alla base dei chiodi, oltre a formare una struttura di trazione secondaria sul lato esterno.

Fase 4: un viaggio in cerca di ispirazione
Morale: la forma può diventare funzione

Dopo una settimana di scambi di opinioni di carattere tecnico con gli atleti e gli ingegneri di Össur, George era pronto per un'esperienza di pura stimolazione sensoriale.

Dopo aver noleggiato un'auto, si è perso negli strabilianti panorami islandesi, giungendo infine alle cascate Svartifloss, una stupefacente meraviglia naturale, descritta dal designer come la parte centrale della sua escursione di ricerca.

George ricorda: "Sembra quasi di guardare un organo a canne. Le colonne di basalto sono disposte verticalmente in un ordine che crea un ritmo visivo mozzafiato. Si tratta di una struttura organica e geometrica allo stesso tempo".

Questo viaggio gli ha fornito l'ispirazione per una modifica al piatto suola chiodato Sole 2.0, non solo estetica, ma anche funzionale, grazie a striature smussate che risalivano lungo il design come la corrente di un fiume per garantire più materiale dove necessario.

(1) Ogni rigonfiamento e striatura della nuova suola per asfalto ha uno scopo. (2) Tornato al Nike HQ in Oregon, George aveva a disposizione un numero minore di tester. Tuttavia, poteva contare su Sarah, l'atleta che per prima ha spronato il team a intraprendere questo percorso.

Fase 5: tocchi finali
Morale: migliore non vuol dire perfetto; qual è il prossimo passo?

La progettazione del piatto suola chiodato era ben avviata. A questo punto, George ha rivolto l'attenzione alla suola per l'asfalto. In cerca di idee, ha ripensato alla prima volta che aveva visto Nike Sole 1.0 in azione: si trattava di un evento, organizzato alcuni anni fa dalla Challenged Athletes Foundation (CAF), in cui alcuni bambini utilizzavano l'innovazione Nike divertendosi un mondo.

"Ho visto dei giovani Adaptive Athlete correre sull'erba e sull'asfalto; li ho visti giocare a basket e ad altri sport" ricorda George, che continua: "L'unione delle protesi Össur e di Nike Sole ha permesso a questi atleti di scatenarsi, di liberare tutta la loro energia e il loro ottimismo; li ho visti imparare nuove tecniche per muoversi meglio presso le cliniche CAF. Tutto ciò mi ha riempito di ispirazione".

Per dare vita a un design versatile adatto a ogni sport e ogni superficie, ideale per quegli atleti a cui piace più di una disciplina, George afferma di aver preso i migliori elementi di trazione dal basket e dal running, ossia il motivo a spina di pesce e le alette, e di averli uniti per creare l'ibrido perfetto.

Il risultato è visibile dalle prime bozze al prodotto finito qui sopra. Ma, come tutti i grandi innovatori, George ha già rivolto la mente ai miglioramenti futuri, che potrebbero includere un intero arsenale di opzioni di trazione specifiche per ogni sport.

Il designer spiega: "Magari creeremo un modello ancora più robusto per il trail running. E poi, forse, un modello specifico per il basket. In questo modo, ci sarebbero quattro diverse suole intercambiabili".

O magari anche di più. Il settore delle innovazioni per gli Adaptive Athlete è ancora agli inizi. Per usare le parole di George: "Chi può dire cosa è possibile realizzare?" Una cosa è certa: farà di tutto per scoprirlo.

Ti interessa?Se vuoi provare Nike Sole 2.0 o conosci qualcuno a cui potrebbe far piacere, visita il sito Web delle protesi Össur. Il sistema di trazione Sole 2.0 è integrato in alcuni prodotti Össur selezionati.

Video: Azsa West
Testo: Brinkley Fox

Data di pubblicazione originale: 18 ottobre 2021