In buona compagnia: marchistas
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In Guatemala, un team di marciatori mostra come questo sport sia parte dell'identità nazionale.
"In buona compagnia" è una serie dedicata alle squadre e ai club che sfidano lo status quo nello sport.
In Texas, è il football americano. In Brasile, è il calcio. In Guatemala, è la marcia lo sport più popolare. La popolarità della marcia è esplosa in Guatemala nel 2012, dopo che Erick Barrondo vinse la medaglia d'argento a Londra nella 20 km, conquistando la prima medaglia olimpica nella storia del Guatemala. Da quel fatidico momento, questo sport è entrato rapidamente a far parte della coscienza nazionale come un modo per i giovani di migliorare se stessi e il proprio futuro.
Da sinistra: Abner Pop, Zoe Ruiz, Diana Ruiz, Esmeralda Tiul, Pamela Ruiz
Le regole sono semplici. La tecnica corretta consiste nel camminare il più rapidamente possibile dalla linea di partenza fino al traguardo, mantenendo sempre un piede a terra e la gamba di appoggio distesa. In questo modo, braccia e anche sono sincronizzate, e non si ha la tentazione di "fluttuare" per aumentare la velocità. Agli spettatori può sembrare ridicolo, ma il movimento dinamico delle anche riesce naturale a molti guatemaltechi, che crescono a ritmo di merengue. In effetti, si dice che marciare sia come ballare il merengue per 20, 30 o 50 chilometri.
Da sinistra: Yasuri Palacios, María Peinado, Pedro López, José Oliva, Lisbeth López
Da sinistra: Abner Pop, Pamela Ruiz, Juan Coy
Da sinistra: Yasuri Palacios, María Peinado, Pedro López, José Oliva, Lisbeth López
Da sinistra: Abner Pop, Pamela Ruiz, Juan Coy
In Guatemala, prima della medaglia di Erick, la marcha, o marcia, veniva praticata principalmente dalle forze armate. Nella coscienza nazionale, la marcia era sinonimo di guerra, scontri civili e paura. Oggi, il paese vanta diverse squadre di marcia, alcune con atleti di appena 6 anni e altre con atleti provenienti dai quartieri proletari (il 50% dei guatemaltechi vive in povertà). Ora la marcia ha un'altra connotazione ed è diventata sinonimo di speranza e positività per il futuro.
Tra i 24 atleti guatemaltechi che si sono qualificati per i giochi olimpici del 2020, nove erano marciatori o marciatrici. Dire che lo sport è il cardine di questa nazione è un eufemismo. Nel corso dei dieci anni di carriera di Erick Barrondo, il governo del Guatemala ha investito quasi 8 milioni di quetzal (circa 1 milione di dollari statunitensi) in allenamenti e sponsorizzazione in favore dell'atleta. Molti giovani marciatori ricevono una borsa di studio mensile per le spese primarie e di istruzione. I guatemaltechi considerano la marcia un'opportunità per un futuro migliore e un modo per uscire dalla povertà, un passo alla volta.
Molti atleti di marcia si allenano per le strade di Città del Guatemala. Da sinistra: Juan Ortiz, Glendy Teletor, Yasuri Palacios, Yaquelin Teletor, Lisbeth López, María Peinado
Oltre alla speranza e ai benefici fisici offerti da questo sport, la marcia è anche più praticabile e accessibile rispetto a molti altri sport ed è in grado di legare generazioni di famiglie, amici e vicini guatemaltechi come solo gli sport di squadra possono fare. Anche se può sembrare uno sport individuale, la marcia si pratica in un clima di squadra, che è fondamentale per l'esperienza e il successo in questo sport. L'allenamento consiste nel coprire anche 30 chilometri e le ore impiegate si trascorrono a marciare insieme ai compagni di squadra che, inevitabilmente, diventano come una famiglia. La squadra protagonista del nostro video è composta da atleti provenienti da diversi background, di età compresa tra i 6 e i 25 anni e con diversi percorsi di vita alle spalle. Ciò che li unisce, indipendentemente dalla provenienza, è l'amore per questo sport e la determinazione a tenere sempre un piede a terra.
[Sinistra] Da sinistra: Yaquelin Teletor, Gaby Sica, María González, Katherine Marroquín, María Peinado, Lisbeth López, Yasuri Palacios, Glendy Teletor, Sergio Perez, Bryan Matías, Pedro López, Juan Ortiz, José Oliva
[Sinistra] Da sinistra: Yaquelin Teletor, Gaby Sica, María González, Katherine Marroquín, María Peinado, Lisbeth López, Yasuri Palacios, Glendy Teletor, Sergio Perez, Bryan Matías, Pedro López, Juan Ortiz, José Oliva [Destra] In senso orario da sinistra: Katherine Marroquín, María González, Sergio Perez, Gaby Sica, José Oliva, Ronín Ortiz, Juan Ortiz, Lisbeth López, Pedro López, Yaquelin Teletor, Bryan Matías, Glendy Teletor, María Peinado, Yasuri Palacios
In senso orario da sinistra: Katherine Marroquín, María González, Sergio Perez, Gaby Sica, José Oliva, Ronín Ortiz, Juan Ortiz, Lisbeth López, Pedro López, Yaquelin Teletor, Bryan Matías, Glendy Teletor, María Peinado, Yasuri Palacios
Incontra la squadra
Juan Ortiz, José Oliva, Bryan Matías
Bryan Matías
Juan Ortiz, José Oliva, Bryan Matías
Bryan Matías
"Quando gareggio, provo una forte passione per il Guatemala. Questa passione mi spinge a battermi contro gli avversari per una medaglia e a impegnarmi per il mio futuro e per quello del mio paese."
Bryan Matías, 16 anni
Campione della Coppa panamericana del 2021
"Voglio fare la storia per il mio paese e mostrare alle ragazze e alle donne che qualunque sia il loro obiettivo, non importa se piccolo o grande, possono raggiungerlo."
Yasuri Palacios, 21 anni
Detentrice del record al Campionato nordamericano, centroamericano e caraibico (NACAC)
"La marcia mi ha dato la possibilità di interagire con persone diverse e questo ha cambiato il mio approccio alla vita. Quando qualcuno ha bisogno di sostegno, noi ci siamo sempre. Quando arrivano dei nuovi compagni di squadra, condivido con loro le mie conoscenze. E quando qualcuno deve migliorare il suo tempo, gli dico: 'Seguimi e ti aiuterò a dare il massimo'."
Yaquelin Teletor, 16 anni
Vincitrice della medaglia di bronzo alla Coppa panamericana del 2021
"Mi piace molto imparare e mi piacciono gli sport, perché mi alleno con mio zio. Non ho mai gareggiato, perché dicono che sono troppo piccola, ma ogni volta che mi alleno, è come una vittoria."
Zoe Ruiz, 6 anni
La più giovane marciatrice che si allena con la squadra di Cobán
"Ogni volta che gareggio sono entusiasta e felice di rappresentare il mio dipartimento e il mio paese. È un grande onore. Penso sempre che ogni sforzo mi avvicina al podio olimpico."
Abner Pop, 14 anni
Vincitore centroamericano della medaglia d'argento
"Le opportunità sono per chi le realizza. I sogni durano per sempre."
Glendy Teletor, 19 anni
Pratica la marcia da nove anni insieme alla sorella Yaquelin
Lisbeth López
Da sinistra: Lisbeth López, Juan Ortiz
Lisbeth López
Da sinistra: Lisbeth López, Juan Ortiz
"Gareggiare mi entusiasma; se mi guardo intorno, vedo la gente fare il tifo e sostenermi e mi emoziona il fatto di rappresentare il mio paese e la mia squadra. C'è un'energia pura nella marcia; lottiamo per raggiungere i nostri obiettivi ed eliminare ogni ostacolo."
Lisbeth López, 15 anni
Vincitrice della medaglia d'argento al Campionato nordamericano, centroamericano e caraibico (NACAC)
"Quello che mi piace di più della marcia è far parte di una squadra che non è solo una squadra, ma anche una famiglia. Non considero l'allenamento solo uno sport, ma un lavoro."
Pedro López, 20 anni
Vincitore della medaglia d'oro al Campionato nordamericano, centroamericano e caraibico (NACAC)
Ronín Ortiz
Da sinistra: Ronín Ortiz, Mirna Ortiz
Ronín Ortiz
Da sinistra: Ronín Ortiz, Mirna Ortiz
"Mi piace che mia madre assista agli allenamenti e che, grazie a lei e a chi considero un esempio in famiglia, possa praticare la marcia. Mia madre, il suo compagno [Erick Barrondo] e i miei cugini sono già dei professionisti. Fin da piccolo, sono sceso in pista e mi è sempre piaciuto guardare la mia famiglia che si allenava. Ora capisco che, anche se ho appena iniziato, ho già esperienza con questo sport."
Ronín Ortiz, 13 anni
Marciatore esordiente e figlio della campionessa olimpionica Mirna Ortiz
"Prima di iniziare a praticare la marcia, sognavo in piccolo. Ma la marcia mi ha aiutato a scoprire cosa desideravo davvero. Prima di iniziare a praticare questo sport ed entrare in questa community, ascoltavo gli altri e cambiavo idea facilmente. Ora, invece, sono più decisa su chi voglio diventare."
Gabby Sica, 11 anni
Marciatrice principiante
"Il calcio in Guatemala non è il massimo e mi sono reso conto che con la marcia avrei potuto fare la differenza. Mi sono ispirato a mia zia e a mio cugino, che sono appena tornati dai giochi olimpici. Il movimento delle anche mi mette un po' in difficoltà, ma credo che questo sport sia nel mio DNA… non potevo farne a meno."
Juan Ortiz, 15 anni
Calciatore diventato marciatore
Da sinistra: Yasuri, José Oliva, María Peinado, Lisbeth López, Pedro López
Testo: Julio Serrano Echeverría
Fotografia: Juan Brenner
Video: Juan Brenner, Paolo Giron